Subito dopo è stata la volta del salone del mobile. Anche
qui le cose non cambiano mai, e per una come me che viene disorientata dai
cambiamenti imprevisti questa è una consolazione.
Puoi stare sicura di trovare
prezzi triplicati, metropolitane intasate, locali affollati, e questo mi
tranquillizza sempre oltre a galvanizzarmi. Il salone del mobile, per molti non
è altro che un occasione come un’altra per scongelarsi dopo un inverno di
scarsa immaginazione, per bere gratis e accaparrarsi gadget gratuiti, il tutto camminando
ore ed ore ed infilandosi in qualsiasi portone rimanga socchiuso.
Ma anche qui le strane creature che si aggirano per zona
tortona e co. sono sempre uguali…
I veri designer
che girano per Milano in quel periodo, anche se nella vita fanno bolle
d’accompagnamento in un ufficio si trasformano in communication designer,
lavorano in un loft e abitano in una casa di ringhiera: fuori dal centro caotico
di Milano però! Dal cassetto del nonno
riesumano abiti stretti e golf dall’odore di naftalina, non amano farsi
catalogare, non sono hypster, loro non seguono uno stile: hanno il loro. Tutti
i veri designer nella settimana del
salone sono stranieri, portano scarpe consumate, disegnate apposta per loro da
un fashion designer olandese loro amico e in quella settimana e tendenzialmente hanno qualsiasi
diavoleria elettronica mac esistente sulla terra perché gli altri sistemi
operativi si sa, sono troppo instabili. Durante tutta la settimana del mobile
non vedrete i veri designer far altro
che non sia fotografare e trangugiare Red bull.
I veri designer
donna hanno sempre i capelli di strani colori, ma naturali (?!). Come i loro
colleghi uomini si aggirano per il fuorisalone con grosse macchine
fotografiche, reflex perlopiù, che usano per creare un’infinita galleria flickr
che i loro amici il giorno dopo possono commentare su fb (anche se fb ormai è
demodè). Twittano la loro posizione costantemente, e si vestono con fantasie
che necessariamente devono cozzare fra loro in modo da farsi notare. Il
maculato virato in varie tonalità è il preferito. Portano spesso borse di tela
che riportano i loro disegni, (ogni designer che si rispetti è anche
illustratore, ma non si provi a dire il contrario altrimenti ci si imbatterebbe
nel loro dissenso) realizzati con tecniche serigrafiche. Sono truccate,
occhialute, belle nella loro appariscenza, mangiano bio o Km zero, sono state
in erasmus e si muovono solo in bicicletta. Ma allora chicccazzo intasa la metro di Milano durante il salone?
Questo è un breve reportage su cosa vi siete persi in queste
settimane… Vi consiglio vivamente di farvi un giro nei prossimi anni, non ve ne
pentirete, vedrete cose bellissime e potrete osservare questi meravigliosi esemplari
più da vicino, ma mi raccomando non dategli da bere dopo la mezzanotte (a meno
che non sia Red bull).
*Per questo post non sono stati effettuati test sugli
animali.
*Questo post non vuole offendere nessuno in quanto mera conseguenza di un attento studio
antropologico.
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